Prevenzione antincendio e autorimesse: veicoli elettrici, ibridi e a idrogeno
2 Ago 2022

Prevenzione antincendio e autorimesse: veicoli elettrici, ibridi e a idrogeno

Come tutti i processi che coinvolgono il trasferimento dell’elettricità anche la ricarica delle auto elettriche, ibride o a idrogeno comporta rischi d’incendio che, se avviene nelle autorimesse, può causare ancora più danni e rischi per la sicurezza degli utenti.

Per questa ragione esiste una normativa antincendio rimesse stilata nel 2021 di cui è molto importante essere a conoscenza per dormire sonni tranquilli.

Normativa antincendio rimesse 2021 per veicoli elettrici, ibridi e a idrogeno

Con la diffusione sempre più ampia di veicoli elettrici, ibridi e a idrogeno, la sicurezza nei parcheggi e nelle rimesse pubbliche è costantemente messa a dura prova. Infatti, negli ultimi due anni gli interventi di soccorso su veicoli di questo genere è stata sempre più frequente, rendendo necessaria una normativa studiata ad hoc per queste situazioni. Inoltre, questo impone la necessità di conoscere le insidie che queste nuove tecnologie presentano per permettere ai soccorritori di agire in sicurezza.

Per questa ragione, le linee guida di questa nuova normativa 2021 arrivano direttamente dai Vigili del Fuoco, almeno per quanto riguarda il panorama italiano. L’operatore di soccorso, infatti, viene così messo a conoscenza dei fattori di rischio che gli interessano direttamente nel momento di intervenire in una situazione di emergenza.

Tutto questo è di estrema importanza per evitare ulteriori situazioni di pericolo durante il soccorso se si tiene conto che, nei prossimi vent’anni, ci si aspetta un incremento del più del 50% nelle vendite totali di auto elettriche ed ibride.

Il problema del thermal runaway

Il problema principale in termini di rischio durante le operazioni di soccorso che riguardano veicoli elettrici, ibridi e a idrogeno risiede nel fenomeno chiamato comunemente “thermal runway”: letteralmente fuga termica.

Infatti, le batterie agli ioni di litio presenti nei veicoli a emissioni zero possono, in circostanze eccezionali quali un incendio o un corto circuito, presentare un incremento di temperatura molto rapido e inarrestabile senza nessun segnale preventivo. Ma questo è solo l’inizio del problema perché questo aumento di temperatura così rapido porta a una reazione a catena che genera la cosiddetta “rottura dell’equilibrio termico” di tutto il sistema con conseguente distruzione delle batterie e dalla vettura tramite una clamorosa esplosione.

Questo è il primo grande punto presente nella normativa anticendio rimesse 2021, ma non solo: infatti, questo testo è stato redatto e modificato anche per adattarlo alla normativa antincendio dei garage privati e alle generali normative antincendio legate alle vetture elettriche, ibride e a idrogeno.

Ma come avviene il “thermal runaway”? In realtà è un processo tanto pericoloso quanto semplice. Infatti, quando la batteria è in uso si ha un passaggio di ioni di litio da anodo a catodo o viceversa, chiamato flusso (esattamente come il passaggio di elettroni tra polo negativo e positivo di una normale batteria).

Questo flusso di ioni di litio può generare come prima conseguenza un riscaldamento generalizzato di tutto il pacco batterie e, in casi estremi, l’elettrolita può reagire con altri elementi chimici una volta che le condizioni di alte temperature sono sufficienti per fare avvenire queste reazioni non volute che hanno come ulteriore conseguenza l’aumento di temperatura interna totale che porta alla produzione di un gas come risultato della reazione chimica.

A questo punto, dalle più semplici leggi della termodinamica sappiamo che temperatura e pressione sono direttamente proporzionali e, quindi, all’aumentare dell’una ne consegue un aumento dell’altra in proporzione. Tutto ciò porta a un calore interno della batteria troppo elevato se la batteria non opera in condizioni normali.

Infatti, quando si è in condizioni di utilizzo classico, questa temperatura è tenuta sotto controllo da diversi sensori e sistemi di raffreddamento, ma in condizioni estreme o a causa di difetti nella produzione si può generare un effetto a catena che porta all’incendio con conseguenza esplosione della batteria e della vettura.

Benché sia una circostanza molto rara, questo genere di problema è dovuto generalmente a difetti di fabbricazione del materiale separatore di anodo e catodo che genera cortocircuiti durante il flusso di ioni. Altre cause del thermal runaway sono l’abuso meccanico o elettrico o termico durante l’utilizzo delle batterie e, in generale, qualunque situazione che possa causare instabilità termica e la conseguente fuga termica all’interno delle batterie dell’auto elettrica.

Le circostanze in cui si presenta questo problema, sono comunque molto particolari. Ad esempio, Tesla sostiene che si tratti di un problema trascurabile se la vettura non è conservata a più di 80 gradi centigradi per più di 24 ore consecutive o a più di 150 gradi centigradi per pochi minuti o se le batterie sono esposte a fiamma diretta. Insomma, circostanze non semplici da replicare a meno di un grave incidente autostradale che generi un incendio (nell’ultimo caso).

I veicoli elettrici e la sicurezza durante la ricarica

Ma come si garantisce la sicurezza durante la ricarica dei veicoli elettrici, anche dopo aver ricevuto la conformità alla normativa antincendio nelle rimesse e nei garage privati?

Secondo i Vigili del Fuoco, si tratta semplicemente di seguire le linee guida presenti nella normativa 2021 nel momento in cui si va ad installare l’infrastruttura per la ricarica dei suddetti veicoli a emissioni zero.

Infatti, secondo alcune ricerche precedenti del Comitato Elettrotecnico Italiano ed Europeo e grazie alle risorse rese disponibili da alcune prestigiose università, allo stato attuale i veicoli elettrici non risultano essere ad alto rischio di incendio o di esplosione durante le ricariche anche tenendo in considerazione il fenomeno del thermal runaway.

Insomma, un’ulteriore conferma di quanto afferma Tesla riguardo questa problematica. In generale, dunque, per agire in sicurezza quando si ricarica la propria auto elettrica in pubblico, al chiuso come all’aperto, ma anche all’impianto di ricarica installato nella propria abitazione privata, basta seguire le stesse cautele che tutti dovremmo seguire quando ci si collega a una presa di corrente, soprattutto se ad alta tensione.

Non è comunque escluso che la continua ricerca in questo ambito non possa presentare ulteriori problematiche che possano rendere necessarie delle revisioni della normativa antincendio riguardante le auto elettriche.

Metano, idrogeno e Gpl sono più pericolosi

La stessa ricerca, di cui avete letto nel paragrafo precedente, illustra anche come i veicoli elettrici siano a tutti gli effetti più sicure di auto a idrogeno, GPL e a metano, per l’instabilità insita in questi particolari gas a livello naturale che ne rende difficile lo stoccaggio. Questa una delle ragioni per cui la mobilità a idrogeno fatica a prendere piede e per cui al distributore non è permesso il rifornimento self-service di GPL o metano.

L’unico consiglio che potrebbe andare a migliorare la sicurezza dei veicoli elettrici durante la ricarica, benché non un problema così importante consiste nell’evitare le ricariche in ambienti chiusi (da cui la normativa antincendio rimesse 2021).

Infatti, la possibilità di controllare il fenomeno del thermal runaway e della conseguente esplosione del pacco batteria e del veicolo in ambienti chiusi è molto più limitata e causerebbe molti più danni per via della natura dell’ambiente non aperto.

Insomma, si conosce a sufficienza il livello di rischio per quanto riguarda le ricariche delle macchine elettriche all’aperto e al chiuso ed esistono normative molto specifiche che, se rispettate al 100%, dovrebbero permettere a tutti noi di dormire sonni tranquilli con la nostra nuova auto elettrica parcheggiata nel vialetto di casa.

Tags

#, #, #, #, #