Si sente sempre più parlare di mobilità elettrica e auto elettriche. Molti, però, nonostante vorrebbero contribuire alla limitazione dell’inquinamento dovuto alle tante auto in circolazione, ancora non si sentono pronti a fare il grande passo e comprare una vettura elettrica.
Molti si chiedono se l’autovettura elettrica sia l’unica soluzione per essere green. Si parla tanto di motore a idrogeno che, però, necessita sempre di motori elettrici per funzionare. La risposta è più semplice e comune di quello che si possa pensare: i carburanti alternativi.
Tecnologie diverse per diverse applicazioni
Dopo anni e anni di sviluppo automobilistico a livello europeo sulla progettazione e costruzione di motori a combustioni interna, è arrivato l’elettrico ad attenuare la supremazia europea in ambito motori endotermici e a livellare tutti i distacchi. Una sorta di effetto Safety Car di Formula Uno si può dire.
I carburanti alternativi, dunque, sono quelli che potrebbe permettere all’industria automotive europea di utilizzare il know-how sviluppato in decadi di costruzione di automobili equipaggiati con motori endotermici, senza perdere la lotta per la mobilità sostenibile contro i colossi giapponesi.
Sarebbe ragionevole ipotizzare, infatti, uno scenario in cui la mobilità elettrica affianchi altri tipi di mobilità più o meno sostenibili.
Per esempio, alcune esigenze di base come la circolazione a zero emissioni nei centri abitati ad alta densità potrebbero essere ben soddisfatte dalle auto elettriche, magari affiancate da soluzioni che utilizzano la fuel cell ad idrogeno.
Per altri ambiti, come gli sport automobilistici e le competizioni, i motori a combustione sembrano rappresentare ancora la miglior soluzione, senza andare ad avere effetti troppo importanti sull’inquinamento.
Per di più, la ricerca sui carburanti alternativi, quali la benzina sintetica e i biocarburanti introducono una variabile non poco importante nell’industria automobilistica sostenibile. Soprattutto, lasciando aperta una finestra per salvare il motore a combustione interna per alcune applicazioni.
I carburanti sintetici
I carburanti sintetici o i cosiddetti “synfuel” rappresentano un interessante carburante alternativo per chi non fosse completamente convinto dall’elettrico, ma volesse comunque avere un’impronta più green sulla sua mobilità quotidiana.
Si ottengono principalmente combinando idrogeno (normalmente prodotto utilizzando energia rinnovabile) e anidride carbonica presente e raccolta direttamente dall’ambiente.
Insomma, si tratta pur sempre di benzina, ma ricavata da fonti o già esistenti in ambiente o, comunque, rinnovabili. Quindi, anche se il rilascio della combustione immette come gas di scarico CO2, questa non farebbe altro che ritornare in quantità eguale nell’ambiente in cui è stata prelevata per combinarla con l’idrogeno.
I biocarburanti
Il biodiesel è la nuova benzina E10 che contiene il 10% di bioetanolo. Questi i più conosciuti biocarburanti al momento, soprattutto la benzina E10 che ha, di fatto, sostituito la classica benzina “verde” che noi tutti per anni abbiamo usato in abbondanza.
L’idea di base è mantenere l’utilizzo dei motori endotermici così come siamo abituati senza andare a intaccarne l’affidabilità e le performance, ma dandogli allo stesso tempo un’impronta più ecosostenibile.
Quello che fanno i biocarburanti è, in pratica, andare a ridurre le emissioni di CO2 nell’ambiente come risultato della combustione (si parla di emissioni di CO2 ridotte del 60-80% a seconda dei casi).
Sono carburanti alternativi che combinano una base di oli vegetali idrogenati (ricavati dai rifiuti) per produrre benzina e diesel. In breve, Il problema più grande dei biocarburanti riguarda il fatto che i volumi di produzione dei carburanti alternativi sono ancora troppo bassi per avere un effetto sull’intera mobilità sostenibile.
Benché una riduzione dell’80% massima della quantità di CO2 emessa da ogni singolo mezzo di trasporto privato parteciperebbe notevolmente alla creazione di una mobilità sostenibile che non ha nulla da invidiare all’elettrico, se non per la mancanza delle zero emissioni totali.
Gli investimenti necessari per fare in modo che i carburanti alternativi prendano piede e si diffondano adeguatamente sono alti, purtroppo.
Ed è credibile pensare che la trasformazione del settore della raffinazione per andare a eliminare gradualmente i combustibili fossili potrebbe avere un costo per l’utente finale con cifre per i carburanti molto elevate. E questo è un tasto molto doloroso di questi tempi da considerare, dato l’aumento dei prezzi che i normali carburanti hanno subito.
L’idrogeno
L’idrogeno resta sempre molto più in disparte tra i carburanti alternativi, anche se per molti sarebbe la tecnologia risolutiva di questa situazione. L’idrogeno potrebbe avere due applicazioni:
- Sarebbe il carburante da utilizzare per generare elettricità tramite fuel cell che alimenterebbero poi motori elettrici (ma di fatto, l’auto sarebbe messa in movimento da motori elettrici).
- Potrebbe rappresentare un vero e proprio carburante alternativo: si tratta, ad oggi, di un motore endotermico a tre cilindri alimentato da idrogeno conservato nel suo stato gassoso in bombole ad alta pressione. L’idrogeno è, infatti, la molecola naturale con più alta densità di energia: un chilo di idrogeno corrisponderebbe in media a 100 chilometri percorsi con un’auto alimentata ad idrogeno come carburante alternativo. Facile fare i conti: un serbatoio da dieci chili di idrogeno potrebbe garantire autonomie migliori dei migliori motori diesel.
Il problema dello stoccaggio dell’idrogeno in aree pubbliche, tuttavia, lo rende molto difficile da maneggiare, anche nel suo stato gassoso. Da qui, il fatto che molte case automobilistiche hanno abbandonato o mai iniziato le ricerche sull’idrogeno.
Quale carburante alternativo scegliere?
Insomma, le strade sono molteplici e apertissime ad oggi. Difficile indicare la migliore alternativa all’elettrico che vi permetta di rimanere, comunque, all’interno della mobilità green.
Pertanto, c’è da basarsi sulla storia: durante la prima ondata di auto elettriche che si è avuta tra l’800 e il 900, petrolio, pistoni e cilindri ebbero la meglio facilmente per via della praticità migliore dei motori a scoppio.
Ora, con la seconda ondata di mobilità elettrica che sta colpendo il mondo anno dopo anno sempre più, non c’è da augurarsi sicuramente che il petrolio abbia nuovamente la meglio se si guarda la situazione con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale.
Certo è, che con i carburanti alternativi come le benzine sintetiche e i biocarburanti, potrebbe non essere trascurabile la prospettiva di sopravvivenza del motore a combustione interna.
Diciamo che, i biocarburanti e le benzine sintetiche ad oggi sembrano l’alternativa migliore all’elettrico considerando la storia dell’automotive e la praticità dei motori endotermici, ma ci sarà sicuramente da vedere se i costi degli investimenti per rendere questi carburanti diffusi come si sta diffondendo l’elettrico saranno qualcosa di abbordabile per i prezzi al pubblico e per l’utente finale.